Dal 1o gennaio 2020 le pubblicazioni riguardanti ricerche scientifiche finanziate da istituzioni pubbliche dovranno essere accessibili e consultabili gratuitamente online.
L’iniziativa si fonda sul principio dell’universalità del sapere scientifico non impedito dalle maglie della proprietà intellettuale e dai paywall delle riviste; ha per effetto l’agevole disseminazione delle tesi di ricerche scientifiche in un’ottica di condivisione e confronto senza confini geografici, economici, sociali, tramite piattaforme digitali o giornali Open Access.
L’idea, proposta e portata avanti da un fronte di enti di ricerca scientifica di diversi paesi europei -la cOAlition S – si realizzerà concretamente fra poco più di un anno da oggi negli 11 paesi firmatari del ‘Piano S’: Italia, Austria, Regno Unito, Irlanda, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Slovenia e Polonia.
I primi passi mossi da questa campagna OA risalgono alla Dichiarazione di Berlino del 22 Ottobre 2003 – ‘Berlin Declaration on Open Access to Knowledge in the Sciences and Humanities’ – nella quale i sottoscrittori si presentavano così:‘La nostra missione di disseminazione è completa solo a metà se l’informazione non è resa ampiamente e prontamente disponibile all’intera società. Nuove possibilità di diffusione della conoscenza devono essere sostenute: non solo attraverso le forme classiche ma anche e sempre più attraverso il paradigma di libero accesso al sapere via internet. Noi definiamo Open Access una risorsa globale della conoscenza umana e dell’eredità culturale che è stata approvata dalla comunità scientifica.’‘Per realizzare la visione di una rappresentazione del sapere globale ed accessibile, la futura rete internet deve essere sostenibile, interattiva e trasparente. I contenuti e gli strumenti del software devono essere apertamente accessibili e compatibili.’
Il piano S è stato sottoposto alla pubblica attenzione con un comunicato di Science Europe, – associazione di Ricerca Scientifica sovvenzionata da fondazioni dedicate e associazioni che conducono attività di ricerca, fondata nel 2011 a Berlino con base a Brussels. Il progetto si articola in 10 principi sui quali la comunità scientifica, come anche le grandi testate di divulgazione di settore – aderenti e non al movimento open Access – hanno espresso pareri e ragioni differenti; è di recente data la promulgazione di una lettera di dissenso al Piano S : ‘’An Open Letter from Researchers to European Funding Agencies, Academies, Universities, Research Institutions, and Decision Makers’’ nella quale gli oltre 800 firmatari – in aumento – si interrogano sull’opportunità di accogliere o meno il piano S in toto ed evidenziandone le criticità.
Il rispetto delle direttive stabilite dal Piano S sarà imperativa a partire dalla data di decorrenza nei paesi aderenti: i ricercatori che non si adegueranno alla normativa di aperta accessibilità alle pubblicazioni incorreranno in sanzioni tra cui la revoca del finanziamento pubblico. Per approfondire.
Per saperne di più consulta l’articolo di Wired scritto da Marta Musso.
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