Un intervento senza precedenti, effettuato in Svezia sotto la guida del chirurgo sardo Paolo Sassu: da ieri una donna è la prima beneficiaria al mondo di un impianto di mano robotica con la quale ha recuperato non solo una mobilità della mano fino ad oggi mai raggiunta, ma anche il senso del tatto.
Sfruttando la tecnica dell’osteointegrazione combinata alle interfacce muscolari, sono stati innestati impianti in titanio nel radio e nell’ulna ed elettrodi nei nervi, che permettono di creare un collegamento diretto tra la protesi e il sistema nervoso e quindi di recuperare le sensazioni tattili perdute in seguito all’amputazione. L’impianto potrà essere utilizzato quotidianamente e consentirà di controllare in modo naturale la mano robotica e di restituirne le percezioni sensoriali.
L’operazione è avvenuta al Sahlgrenska University Hospital di Goteborg, come coronamento del progetto DeTOP (Dexterous Transradial Osseointegrated Prosthesis with neural control and sensory feedback), coordinato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e finanziato dalla Commissione Europea all’interno del programma Horizon 2020.
“Grazie a questa interfaccia uomo-macchina così accurata – commenta Christian Cipriani, responsabile scientifico del progetto DeTOP – e grazie alla destrezza e al grado di sensibilità della mano artificiale, ci aspettiamo che nel giro dei prossimi mesi la donna riacquisisca funzionalità motorie e percettive molto simili a quelle di una mano naturale. Questo non sarà comunque l’unico impianto previsto: sono infatti partite in Italia le attività di ricerca per il reclutamento di un secondo paziente per un nuovo intervento chirurgico in programma all’Università Campus Bio-Medico di Roma che verrà effettuato da team clinici del Campus Bio-Medico e dell’Istituto Ortopedico Rizzoli”.
Per saperne di più leggi l’articolo pubblicato su Focus
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