La rapidità dell’evoluzione tecnologica e la globalizzazione comportano nuove sfide per la protezione dei dati personali.
La portata della condivisione e della raccolta di dati personali è aumentata in modo significativo. La tecnologia attuale consente tanto alle imprese private quanto alle autorità pubbliche di utilizzare dati personali, come mai in precedenza, nello svolgimento delle loro attività.
Sempre più spesso, le persone fisiche rendono disponibili al pubblico su scala mondiale informazioni personali che li riguardano. La tecnologia ha trasformato l’economia e le relazioni sociali e dovrebbe facilitare ancora di più la libera circolazione dei dati personali all’interno dell’Unione e il loro trasferimento verso paesi terzi e organizzazioni internazionali, garantendo al tempo stesso un elevato livello di protezione dei dati personali.
Questo è quanto si legge al comma 6 del GDPR (acronimo di General Data Protection Regulation) ossia il regolamento UE 2016/679 deliberato il 27 aprile 2016 dal Parlamento Europeo e dal Consiglio, relativo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione degli stessi. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 4 maggio 2016, entra infine in vigore pochi giorni fa, il 25 maggio 2018.
Il GDPR si presenta quindi come strumento di difesa impugnabile dalle persone fisiche – ”utente debole’’ nello scambio di dati sensibili su piattaforme digitali- e scudo da possibili usi impropri che i gestori di tali dati potrebbero decidere di operare.
E la Blockchain? Letteralmente ‘Catena di Blocchi’ rappresenta il Ledger ossia un libro mastro, un database diffuso che permette di mantenere traccia di ciò che avviene nel mercato delle transazioni virtuali e ridurre così il rischio di frodi.
Ogni blocco contiene più transazioni, connesso agli altri blocchi in rete da cosiddetti Nodi (archivi) in cui le informazioni vengono memorizzate in tutti quanti i nodi dove si conservano per sempre.
Il sistema di Blockchain fa si che ogni atto di compravendita, o flusso di valore, avviato nel web sia validato dalla rete stessa nell’analisi di ciascun singolo blocco. Si rende quindi superfluo l’intervento di una terza parte garante della fiducia tra soggetti, proprio in virtù del carattere diffuso di ‘distribuzione’ della funzione di verifica delle operazioni del sistema.
Ecco una rete che condivide su ciascun nodo l’archivio di tutta la Blockchain e dunque di tutti i blocchi con tutte le transazioni e relativi storici. All’interno di questo casellario le transazioni possono essere considerate immodificabili -se non attraverso la riproposizione e la “ri”-autorizzazione delle stesse da parte di tutta la rete.
Da qui il tratto peculiare di immutabilità del sistema Blockchain, in forte contrasto con due principi cardine del GDPR: il diritto all’oblio (vedi il caso Google Spain 2014) ed il carattere transitorio delle autorizzazioni alla detenzione ed al trattamento di dati personali.
In altre parole se oggi il Socrate che Platone fa parlare nella Repubblica ci domandasse: e chi controllerà i controllori? I sostenitori della tecnologia Bc risponderebbero che controllore e controllato sono lo stesso ente. Ma è proprio così?
A tal proposito vi invito a diventare infaticabili trovatori di esempi di applicazione di Blockchain et GDPR, nonché vigili e provetti conoscitori dei vostri diritti alla privacy nelle sue varie e molte forme, al fine di guadagnarvi un concetto avveduto e genuinamente vostro su cosa ci stia accadendo e quali siano gli scenari futuribili, senza la fretta e la spada dei Salomone, ma con tanto di lente di ingrandimento, cannocchiale e… caleidoscopio.
Di seguito il testo originale integrale del testo originale del GDPR
Per saperne di più consulta l’articolo scritto da Pasquale Merella sul Sole24h
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