Oggi parliamo di rigenerazione su base culturale e della rete “Lo Stato dei Luoghi”: una rete nazionale composta da attivatori di luoghi e gestori di spazi che rappresentano esperienze di rigenerazione a base culturale nel nostro Paese promosse e gestite da soggetti privati o del privato sociale.
La mira de “Lo Stato dei Luoghi” è di fare network tra queste realtà presenti su tutto il territorio che sempre di più si stanno imponendo come attori di primo piano, come spazi di cultura partecipativa, di cittadinanza attiva e anche di nuovi posti di lavoro.
Con questi principi guida è nato, nel luglio 2020 Lo Stato dei Luoghi, una rete di spazi, persone, iniziative culturali e sociali volte al monitoraggio e all’implementazione sulle soluzioni indipendenti di sperimentazione e produzione culturale incentrate sulla “rigenerazione, non quindi sulla riqualificazione infrastrutturale, quanto creazione dei contenuti che andranno a riempire lo spazio”, precisa Roberta Franceschinelli, vicepresidente del direttivo temporaneo de Lo Stato dei Luoghi. “Vogliamo che la rigenerazione abbia un’idea ben precisa, per evitare – com’è accaduto spesso – che uno spazio venga recuperato senza sapere prima che cosa quel luogo debba diventare.”
Lo Stato dei Luoghi è al lavoro per innovare le pratiche culturali, artistiche, educative e di welfare, con l’obiettivo di contrastare le disuguaglianze e favorire l’inclusione sociale, secondo i valori propri anche del concetto di Smart Society.
Chi fa parte della rete si impegna, in forma organizzata o individuale, in progetti di riattivazione che trasformano spazi abbandonati, dismessi, parzialmente inutilizzati o rifunzionalizzati, in centri generativi, inclusivi e abilitanti per le persone e le comunità, apportandovi competenze e risorse.
La rete intende diffondere la conoscenza e promuovere l’avanzamento della discussione pubblica sui temi della rigenerazione urbana a base culturale, per questo, ritiene fondamentale aggregare saperi e intelligenze attorno ai propri temi, sollecitando l’apporto di chi, nel lavoro di campo, nella ricerca, nella formazione, nella consulenza, interpreta la rigenerazione urbana a base culturale come leva per diffondere capacità, costruire opportunità e generare impatti sociali positivi nei territori.
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In foto il cortile della sede di FOQUS Fondazione Quartieri Spagnoli onlus, un eccellente esempio di rigenerazione urbana. Il progetto, iniziato nel 2013 nell’ex Istituto Montecalvario a Napoli, in un complesso di 10.000 mq circa fondato nel 1560, ha rigenerato un luogo – raccolto vuoto, privo di funzioni e futuro – trasformandolo in una comunità produttiva, creativa, un centro di cura e formazione della persona, che partecipa proattivamente al cambiamento dei Quartieri Spagnoli.