Secondo le stime di un recente studio della Grand View Research, società colosso di consulenza e ricerche di mercato statunitense, -i report nei suoi database sono al servizio di big dell’informazione come CNN, Wired, BBC, The New York Times, Forbes, CNBC, etc.- la spesa in soluzioni tecnologiche per progetti di Smart City potrebbe raggiungere i duemilacinquecento miliardi di dollari entro il 2025.
Per avere un’idea di come collocare queste cifre eminenti che parlano di capitalizzazione di fondi intercontinentali, se affianchiamo alla precedente ricerca il report IDC “Worldwide semiannual smart cities spending guide”, leggiamo che entro la fine del 2018 si prospetta che gli investimenti in programmi di realizzazione e conversione in smart city nella sola area Asia/Pacific (escluso il Giappone), raggiungerà i 28.3 miliardi di dollari.
Ci si attende quindi una sempre maggiore domanda di progetti al servizio delle Smart Cities nel mondo e… paesaggi civici e rurali in rapida trasformazione.
Ma cosa intendiamo con il termine Smart City e come si concretizza la scommessa in questo settore?
Smart City significa città ‘intelligente’ in quanto area interconnessa in tempo reale (IoT), attenta al rispetto ed alla valorizzazione delle Persone e del Territorio come risorsa capitale in senso ecologico e di spazio sociale.
Nella conversione di un’area urbana in Smart City si seguirà il principio guida del raggiungimento di livelli eccellenti di qualità della vita, tanto degli abitanti quanto di chi vi transita (smart society), attraverso l’impiego di tecnologie d’avanguardia, modelli di condivisione di mezzi e di dati (ad esempio la sharing mobility): il tutto nella prospettiva di una continua rigenerazione ed innovazione urbana coadiuvata dal diretto coinvolgimento -perlopiù digitale- dei cittadini, chiamati a condividere informazioni, segnalare disservizi, proporre soluzioni.
Investire nella Smart City oggi vuol dire quindi promuovere i trasporti intelligenti, l’efficienza e la resilienza energetica, le infrastrutture strategiche, la digitalizzazione e manutenzione dei servizi informatici di amministrazioni pubbliche e private, l’impiego dell’Internet of Things, delle piattaforme analytics, dotate di sensori ricettori di un flusso costante di dati dettagliati sullo stato quotidiano dei movimenti sul territorio urbano, sui servizi più richiesti, sui livelli raggiunti dalle sostanze inquinanti nell’aria, così come sul controllo della video sorveglianza presente su tutti i territori urbani.
Sono quindi indispensabili e vitali al buon esito di questo processo di pianificazione umano-urbana cittadini vigili ed organici d’amministrazione Smart.
Si intendano operatori di circoscrizione, consiglieri, assessori, giunte comunali, sindaci, parlamentari, che siano conoscitori provetti del territorio di cui si sono incaricati di prendersi cura e delle sue realtà aggregative -tra cui associazioni e collettivi cittadini, centri sociali, etc. Sensori capillari e radicati nel territorio, estremamente preziosi per comprendere cosa serva alla popolazione e da dove partire per diventare smart society.
Che tali amministratori siano proattivi ricettori essi stessi di quali siano le soluzioni migliori in fatto di riduzione dell’inquinamento, gestione efficiente dei rifiuti, difesa e manutenzione degli spazi verdi, allocazione delle risorse, su quali siano i nuovi e gli annosi bisogni di tutte le fasce di cittadinanza, anche di quelle ‘meno accessibili’.
Che siano dotati dunque di un tenace, ampio, effervescente sapere da tradursi in amministrAzione Smart: consapevole, trasparente, efficiente, fluida.
Le declinazioni del concetto di Smart City sono davvero una moltitudine, e molte ancora sono da inventare, trovando soluzioni intelligenti a criticità urbane ed extraurbane.
Avete sentito Startuppers? Per saperne di più e lasciarvi ispirare leggete l’articolo
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